In un clima di rinnovato interesse per l’artigianato e nel quadro a volte un po’ affollato di fiere, premi e celebrazioni, è con piacere ed interesse che salutiamo una mostra come ARTIGIANATO E PALAZZO: con piacere perché essa offre l’opportunità di apprezzare e confrontare prodotti artigianali di altissima qualità ed intrinseco valore artistico; ma anche con interesse perché, al di là dei suoi valori estetici, la mostra rappresenta un contributo concreto alla valorizzazione del lavoro artigiano ed alla diffusione di questo valore anche all’estero.
Un valore sicuramente molto italiano, non basato su marchi di origine o su griffe alla moda ma sulle peculiarità di una lavorazione che affonda le proprie radici nel territorio e nelle tradizioni popolari e che è in grado di interpretare questo patrimonio culturale, restituendoci manufatti attualizzati nel gusto o nella funzione d’uso.
A supporto di questa espressione così autentica del “Made in Italy”, l’I.C.E. è da tempo impegnato – anche in collaborazione con altre istituzioni – con un programma di azioni tagliato sulle caratteristiche e le specifiche esigenze delle aziende artigiane.
Questo perché, accanto ad elementi di forza quali la creatività, la manualità, la ricerca continua della personalizzazione dell’oggetto, la produzione artigiana presenta ancora di punti di debolezza, legati sopratutto alla struttura produttiva ed alla dimensione aziendale, che condizionano la presenza delle imprese artigiane sui mercati internazionali e le espongono maggiormente alla concorrenza estera.
Da qui la necessità di proggettare interventi ad hoc, idonei a valorizzare le potenzialità produttive e commerciali delle aziende artigiane, nella consapevolezza di sostenere non soltanto una rilevante realtà economica, ma anche un importante patrimonio culturale del nostro paese.
Auguriamo un continuo successo alla mostra ARTIGIANATO E PALAZZO, perché essa costituisce un momento di riflessione ed approfondimento sul ruolo dell’artigianato italiano ed uno stimolo ad una sua maggiore valorizzazione.
Gioacchino Gabbuti
Direttore Generale I.C.E.
Istituto per il Commercio Estero
Per la V edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO
Siamo arrivati alla V edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO con l’approvazione ed il sostegno crescente di centinaia di artigiani che ancora resistono e lottano per salvare la propria identità e quella qualità e raffinatezza che solo loro raggiungono: una Mostra diversa dalle altre che vuole rappresentare un momento di vero approfondimento sulle “arti minori”.
Considerando gli artigiani parte attiva del tessuto culturale alla base della nostra civiltà abbiamo fondato l’Associazione Culturale Giardino Corsini con il preciso compito di promuovere ed aiutare ad organizzare questo tesoro in pericolo.
Tutti i conservatori di oggetti e di monumenti antichi sanno quanto sia prezioso l’intervento di un vero artigiano nella manutenzione e nel restauro delle opere d’arte: non è pensabile fare a meno del gusto atavico, della pazienza e della passione che sono i tratti più importanti dell’attività di un artigiano consolidatasi attraverso le generazioni o rivoluzionata – senza sgomento – dalle nuove tecnologie e dall’incrocio delle esperienze.
Quest’anno la “Mostra Principe”, organizzata assieme agli Amici della Galleria del Costume di Palazzo Pitti, è dedicata al ricamo, per l’esattezza alla magnifica collezione di pezzi antichi che un’artigiana fiorentina di eccezione – Loretta Caponi – in decenni di ricerca, minuziosa ed amorevole, è riuscita a creare.
Un doveroso grazie va questo anno a Caterina Romig Ciccarelli e Valentina Grazzini, a Marco Baldassarri e Michele Masi che ci hanno aiutato a far nascere l’Associazione, a Maddalena Torricelli che ha curato il nostro Ufficio Stampa, alle signore dell’Amministrazione Manola Chemeri, Fiorella Fanfani ed Elmira Gorini che con Giuseppe, Maurizio, Romeo e Giovanni ci hanno seguiti con gentilezza, pazienza ed efficienza.
Vogliamo inoltre molto ringraziare la Cassa di Risparmio di Firenze per essere sempre e con fiducia al nostro fianco, anno dopo anno.
Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani
Invito alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti
Come ad altre occasioni in cui la storia dell’abito era collegata ai temi del vivere e alla creatività contemporanea, la Galleria del Costume ha voluto essere presente a questa edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO – per il tramite dell’Associazione degli Amici che la seguono e sostengono – sottoscrivendo un patrocinio che ha consentito di allestire la gustosa esposizione a tema con pezzi rari della collezione Caponi. È anche questo un modo efficace di tener viva l’attenzione sulla Galleria di Palazzo Pitti, le cui sale sono attualmente oggetto di un esteso intervento di restauro e di messa a norma degli impianti. Alla riapertura, prevista per la fine del Duemila, sarà dunque possibile ripercorrere la storia dell’abito e delle sue implicazioni storiche e sociologiche – dal XVIII secolo ai giorni nostri – attraverso un allestimento perfezionato nelle tecniche espositive e nell’informazione scientifica. Gli ambienti del Museo sono quelli della palazzina della Meridiana, affacciata sul giardino di Boboli, che furono prima abitazione dei Lorena e quindi dei Savoia, e che recupereranno nell’occasione il loro arredo originale consentendo così di leggere l’evoluzione dell’abito all’interno di un coerente contesto storico. Sarà cioè possibilie ricostruire – attraverso i capolavori della sartoria capaci di coinvolgere anche l’ambito artistico e letterario – la sequenza dei gusti e degli stili intimamente connessi con l’evoluzione dei fatti della storia e, in molti casi, con i liberi slanci di una fantasia in cerca di sontuose evasioni. Come si può immaginare la riapertura della Galleria del Costume sarà il seguito di un’avventura del gusto intrapresa da Cristina Aschengreen Piacenti ed ora consolidata nella certezza di restituire al pubblico i risultati di una indagine e di una messe collezionistica tra le prime in Europa; ne segue un caloroso invito agli ospiti del Giardino Corsini che, ammirando le grazie e gli artifici dell’artigianato moderno insieme alle intimità ricamate di una importante collezione fiorentina, spero conservino nella memoria questo breve viatico indirizzato alla collina di Boboli ed al prossimo viaggio che la Galleria del Costume di Palazzo Pitti sta riservando agli appassionati cultori della storia e delle sue spoglie misteriose e fragranti.
Carlo Sisi, Direttore della Galleria del Costume di Palazzo Pitti
Ricami sull’erba: la collezione Loretta Caponi
La collezione di Loretta Caponi, ricca varia e bellissima, composta nel corso di vari decenni e continuamente aggiornata con grande rigore, competenza, abnegazione e amore, riunisce un nutrito numero di “capolavori” che vanno dalla biancheria personale e domestica agli abiti e relativi accessori dal XIX secolo fino ai nostri giorni.
La collezione Caponi ha una storia singolare: la passione di Loretta per l’arte del ricamo e dei merletti si è via via estesa a tutti quei manufatti realizzati da abili mani femminili, espressioni di un’arte grande e silenziosa, sicché lo scopo principe di questa collezione è stato quello di rimuovere dal silenzio e dall’oblio splendori ormai polverosi, esemplari di vita e manifestazioni quotidiane che la disattenzione umana e l’incompetenza avrebbero per sempre fatto perdere.
L’alto grado di sensibilità artistica, un occhio attento da vera ricercatrice di opere d’arte, la vasta cultura di Loretta Caponi e la competenza tecnica del settore sono alla base dell’eccezionale raccolta da lei composta, che primeggia in campo nazionale per qualità e numero di esemplari, anche insoliti e rari, ricercati faticosamente e con tecnica in ogni angolo d’Europa.
Pezzi unici di ricami del XVI secolo e di ricamo bianco su bianco concepiti per ornare camicie da notte e da giorno, copribusti, mutandoni, sottogonne, lenzuola e federe, tovaglie e tende, realizzati in Italia ed in Europa; merletti usciti dalle prestigiose manifatture di Venezia, Burano, Milano, Genova, Cantù, databili dal XVII al XX secolo, e ancora pizzi di Bruxelleles, Aleçon, Valenciennes, Lille, Honiton, tanto per citarne alcuni, nonché un vasto repertorio di merletti popolari sotto forma di campioni, affiancati dai disegni tracciati sulla carta.
Paolo Peri
Il Premio della Cassa di Risparmio di Firenze
Il Perseo di Benvenuto Cellini presta la sua immagine ed il suo nome al Premio che la Cassa di Risparmio di Firenze assegna all’espositore di Artigianato e Palazzo più apprezzato dal pubblico.
Il capolavoro del Cellini, oggi in restauro grazie all’intervento della Cassa di Risparmio di Firenze, è il simbolo di quell’incontro tra umanesimo ed evoluzione tecnica che fece del Rinascimento fiorentino uno degli episodi fondanti della cultura e della storia europea. Un incontro che ebbe proprio nelle “botteghe” uno dei suoi luoghi essenziali.
Ed è a questa grande tradizione delle botteghe fiorentine che il premio si vuole richiamare offrendo un riconoscimento a chi sa mantenere vivo l’interesse per la “bottega” artigiana, per un luogo, cioè, dove la qualità è di casa e dove il prodotto finale è portatore di cultura. Una cultura artigiana che la Cassa di Risparmio di Firenze, grazie al suo stretto legame con il territorio, conosce bene e che, nel suo fare banca, attivamente sostiene.
Nel segno del Perseo, del resto, la Cassa di Risparmio di Firenze ha impostato un’importante campagna di comunicazione volta ad affermare la perdurante vitalità dell’incontro tra tecnologia ed umanesimo nella sua stessa attività di banca. Nel suo impegno progettuale, come nella sua operatività quotidiana la Cassa ha infatti come obbiettivo primario la qualità globale del servizio come risultato della corretta fusione tra tecnologia e capacità umane.
Aureliano Benedetti
Presidente della Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A.